Sulla Scuola dell’Infanzia in questi mesi sono girati per il paese opinioni e giudizi che in modo più o meno interessato, strumentalizzato o “disinformato”. Siamo stati accusati di poca sensibilità al problema, di “sprecare” soldi in altri settori, per esempio lo sport, di essere causa della chiusura delle Scuole.
Ci teniamo molto a chiarire questo punto, perché le persone conoscano la situazione prima di esprimere un’opinione. Ecco i fatti.
Questa Giunta, nel momento del suo insediamo nel 2004 e fino a quando è stato possibile, grazie a un bilancio migliore e ad entrate più ricche, non ha esitato ad alzare il contributo agli asili, portandolo a 60.000 €, rispetto ai 30.000 € che venivano erogati prima, proprio in virtù del riconoscimento di “servizio” che va dato alla loro attività.
Negli ultimi due anni per le entrate dei comuni è davvero cambiato il mondo, sia per quelle proprie (dimezzata la bucalossi per una edilizia crollata a picco), sia per i trasferimenti dallo Stato (dal 2009 al 2013 sono diminuiti di 600.000 €) sia per la crisi più generale che impone vincoli di bilancio sempre più rigidi (patto di stabilità). Anche la Regione e la Provincia, per gli stessi tagli che hanno colpito i comuni, sono state costrette negli ultimi anni a diminuire i contributi versati ai nostri asili, non avendo altra alternativa per far quadrare i bilanci.
Anche noi siamo stati costretti a diminuire i contributi, a tutti e anche agli Asili: nel 2011 52.000 €, mentre per gli anni 2012 e 2013 non siamo riusciti ad andare oltre i 45.000 €, cifra che comunque non è indifferente.
I Comuni, esattamente come molte famiglie nella loro gestione, sono costretti a tirare la cinghia e a contenere la spesa. Un conto è essere costretti a diminuire i contributi, un altro essere accusati di non aver riservato nessun contributo alle scuole.
Siamo sempre stati pronti ad ascoltare, ogni volta che ci è stato chiesto un incontro, abbiamo appoggiato e aiutato a promuovere iniziative per la raccolta di fondi pro Asili. Non si tratta certo di un aiuto economico, ma di sicuro è segnale tangibile di un interesse reale.
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